Ma la cagione era perché parea loro esser gravati degli ordini della giustizia, che non voleano essere tenuti l'uno per lo malificio dell'altro; la qual cosa per lo popolo non s'aconsentia, e per questa cagione più dì stettono in quello errore, e mandarono a Firenze ambasciadori per la diliveragione del cavalcare o tornare l'oste in Firenze. Consigliando sopra ciò in Firenze in sul palazzo del popolo, simigliante errore nacque tra nobili e popolani, e adurando di pigliare partito di consiglio in consiglio, il popolo minuto ch'era di fuori, cominciando da' pargogli fanciugli, raunandosi in quantità innumerabile di gente, gridando: "Battaglia, battaglia, e muoiano i traditori!", e gittando pietre a le finestre del palazzo, essendo già notte, per tema del detto romore del popolo i signori priori col detto consiglio, quasi per nicessità e per acquetare il popolo minuto a romore, stanziaro che l'oste procedesse. Questo fu a dì VII di luglio. E fatta la detta diliberazione, tornati gli ambasciadori a l'oste a Prato, si partì la detta oste di Prato, dì VIIII di luglio, con mala voglia e infinta per gli nobili, se n'andarono per la via di Carmignano a Fucecchio, e giunti a Fucecchio, sanza niuno buono fare, od onore del Comune di Firenze: ma se in Prato avea errore tra' nobili e 'l popolo del cavalcare, maggiore fue a Fucecchio di non valicare né entrare in sul contado di Lucca. E sì era cresciuta l'oste e crescea tutto dì, che 'l Comune di Bologna vi mandò CC cavalieri, e 'l Comune di Siena altri CC; e oltre a quegli tutti i nobili de le case di Siena a gara, chi meglio meglio, vennono in quantità di CCL a cavallo molto bella gente, e i Conti e altre terre e amici; onde l'oste era sì possente, se vi fosse stato l'accordo, ch'a l'assedio di Lucca e più innanzi poteano con salvezza andare, che Castruccio s
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