E andando lui a corte di papa al concilio a Leone, si dice che per uno fisiziano del detto re, per veleno gli mise in confetti, il fece morire, credendone piacere al re Carlo, però ch'era del legnaggio de' signori d'Aquino suoi ribelli, dubitando che per lo suo senno e virtù non fosse fatto cardinale; onde fu grande dammaggio a la chiesa di Dio: morì a la badia di Fossanuova in Campagna, dì... E quando venne alla sua fine, prendendo Corpus Domini, fece questa santa orazione con grande divozione "Ave pretio mee redemptionis, ave viatico mee peregrinationis, ave premio future vite in cui mano commendo anima et spiritum meum"; e passò in Cristo.
CCXIX
Di grande novitade ch'ebbe in Firenze per cagione degli sbanditi.
Nel detto anno e tempo, essendo gli sbanditi di Firenze, i quali erano stati nell'oste a Prato e a Fucecchio, in isperanza d'esser ribanditi per la promessa loro fatta e per lo bando mandato per gli priori, non si trovò via per gli forti ordini che potessono essere ribanditi. Per la qual cosa VIII di loro caporali, ch'erano in Firenze a sicurtà per sollecitare d'essere ribanditi, veggendo che la loro speranza era fallita, sì ordinaro congiurazione e tradimento ne la città col favore di certi nobili de le case, ond'erano di quegli isbanditi; e la notte di santo Lorenzo, dì X d'agosto MCCCXXIII, vennero a le porte de la città da più parti, in quantità di LX a cavallo e più di MD a piè, con iscuri assai per tagliare la porta che vae verso Fiesole. Sentendosi la sera a tardi loro venuta, non per certo, ma per alcuno indizio, la città fue ad arme e in grande tremore, dubitandosi il popolo non tanto degli sbanditi di fuori, che piccolo podere era il loro a la potenza della città, quanto di tradimento dentro si facesse per gli grandi.
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