Nel detto anno, a dì VIIII d'aprile, essendo la città di Spuleto assediata per gli Perugini e per lo duca di Spuleto che v'era per la Chiesa, per II anni e più, e aveavi intorno XIIII battifolli, per tale modo l'aveano afflitta e distretta di vittuaglia, che s'arenderono liberamente a la Chiesa e al Comune di Perugia sanza nullo patto, salve le persone; e i primi per patti che entrarono nella città, acciò che non si corresse né guastasse, furono i cavalieri ch'erano nella detta oste del Comune di Firenze e di quello di Siena, ch'erano CCL, i quali guarentirono la terra; poi v'entrarono i Perugini sanza nullo malificio fare; e riformarono la terra a·lloro signoria in parte guelfa, e sì come terra loro distrettuale, e come loro suditi.
CCXLV
Di certi ordini fatti in Firenze contra gli ornamenti delle donne, e di trarre di bando li sbanditi.
Nel detto anno MCCCXXIIII, del mese d'aprile, albitri furono fatti in Firenze, i quali feciono molti capitoli e forti ordini contra i disordinati ornamenti de le donne di Firenze. Feciono dicreto ch'ogni isbandito potesse uscire di bando pagando certa piccola cosa al Comune, e rimanendo in bando al suo nimico, salvo i rubelli, e quegli che furono condannati per la venuta ch'aveano fatta a le porte l'agosto dinanzi per essere ribanditi. Non fu per gli più lodato il dicreto, però che la città non era in bisogno né iscadimento, ch'e' bisognasse ribandire i malfattori. Ma fecesi per la promessa fatta loro nell'oste a Prato, come dinanzi si fece menzione.
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