CCLXI
Come messer Filippo Tedici di Pistoia tolse la terra a l'abate da Pacciano suo zio.
Nel detto anno, a dì XXIII di luglio, messer Filippo de' Tedici di Pistoia levò a romore la città di Pistoia, e tolse la signoria a l'abate da Pacciano suo zio, e fecesi chiamare signore per uno anno. I Fiorentini mandandovi i loro cavalieri, non gli lasciò entrare dentro a la terra, ma incontanente riformata la terra a sua guisa, sì rifermò triegua con Castruccio signore di Lucca, dandogli l'anno IIIm fiorini d'oro di trebuto; e questa mutazione della signoria di Pistoia per molti si disse che fu di tacito consenso dell'abate da Pacciano, perché messer Filippo potesse meglio fornire i suoi conceputi tradimenti, come innanzi si farà menzione.
CCLXII
Come il re di Francia tolse per moglie la cugina.
Nel detto anno MCCCXXIIII, a dì V di luglio, Carlo il giovane re di Francia sposò e tolse per moglie la figliuola che fu di messer Luis di Francia, fratello di padre, ma non di madre, che fu del re Filippo suo padre, e sua cugina carnale, per dispensazione di papa Giovanni; la qual cosa per tutti i Cristiani fu tenuta sconcia e laida cosa, e ancora vivendo la sua prima moglie.
CCLXIII
Come si cominciò guerra in Guascogna tra 'l re di Francia e quello d'Inghilterra.
Nel detto tempo il detto Carlo re di Francia cominciò guerra in Guascogna contra il re d'Inghilterra, per cagione che la gente del re di Francia avendo cominciata una bastita, overo una nuova terra, in su i confini de la Guascogna infra le terre de la giuridizione del re d'Inghilterra, quegli del paese col balio del re d'Inghilterra presono la detta bastita, e disfeciono e guastarono, e 'l balio e gli sergenti che v'erano per lo re di Francia impiccarono in sul detto luogo; per la quale cosa il re di Francia isdegnato vi mandò messer Carlo di Valos suo zio con più di IIIm cavalieri franceschi a fare guerra, e per bisogno di danari peggiorò la sua buona moneta d'argento XIIII e più per C, e fece medaglie e bianche d'argento a guisa del re Filippo suo padre, e fece prendere e ricomperare tutti gl'Italiani che prestavano in suo reame, e fargli finare per moneta.
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