CCLXXXII
Come quegli della terra di Bruggia si rubellarono al conte di Fiandra.
Nel detto anno, del mese di gennaio, quegli de la terra di Bruggia in Fiandra con quegli del Franco d'intorno, per cagione de le sette ch'avea il popolo minuto co' grandi borgesi, si rubellarono al conte Luis di Fiandra; per la qual cosa tutti i mercatanti si partirono di Bruggia, e que' di Bruggia faccendo guerra assediarono ne la terra d'Andiborgo la gente del conte, e per buono tempo molestando il paese. A la fine quegli di Guanto e d'Ipro feciono accordo tra quegli di Bruggia e 'l conte per moneta, a grande vergogna del conte e de' nobili.
CCLXXXIII
Come in Firenze ebbe mutazione per cagione de le sette.
Nel detto anno, del mese di gennaio, essendo per setta accusato Bernardo Bordoni e altri suoi compagni a l'esecutore della giustizia ch'avessono fatta baratteria a l'oficio della condotta di soldati, i suoi compagni comparirono e scusarsi; ma il detto Bernardo essendo a Carmignano per ambasciadore del Comune, il detto esecutore volendolo condannare, e parte dell'uficio de' priori il contastavano che l'aveano mandato in pruova a Carmignano, e Chele Bordoni suo fratello col favore e famiglia de' priori comparì a la condannagione, protestando a l'esecutore; zuffa e romore si cominciò tra la famiglia de' priori e quella de l'esecutore, onde tutta la città quasi romì. A la fine l'esecutore il condannò in libbre MM, e che non avesse mai uficio; e forse non sanza giusta cagione. E prese il detto Chele e più altri loro seguaci, e condannogli grossamente, e mandogli a' confini a torto, sanza altra ragione, con tutto ne fossono degni; non per questa cagione, ma per la loro soperchia arroganza, ch'erano i più prosuntuosi popolani di Firenze, e aveano guidata la terra assai tempo.
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