Ma per abbattere loro e la loro setta, ch'erano chiamati Serraglini, fu loro fatto più che per giustizia. E per cagione di ciò uno che allora era de' priori loro amico e vicino, che gli aveva favorati, uscito del priorato, fu condannato da l'esecutore per contumacia sotto inquisizione di baratteria in libbre MVc a torto e sanza ragione, in abassamento e disinore dell'uficio del priorato. E tutto fu per cagione de le sette, però che 'l detto esecutore favoreggiava coloro ch'erano tornati in istato in Comune. Per la qual cosa l'uficio del detto esecutore, ch'avea nome Pietro Landolfo da Roma, montò in tanta audacia e tracotanza, che l'uficio de' priori avea per niente; e tanto crebbe, ch'avrebbe guasta la città a modo d'uno bargello; e già l'avea follemente cominciata, se non che poi raveduti i buoni popolani che guidavano la città che l'opera andava male, vi misono freno, e feciono dicreto che' priori potessono privare dell'uficio, podestà, e capitano, e esecutore, che non si portassono bene; per la qual cosa il detto esecutore si ritenne del suo folle intendimento. Di ciò avemo fatta menzione non tanto per lo piccolo fatto de' Bordoni, quanto per la mutazione che ne seguì, e per le sette di Firenze, e per assempro per l'avenire; però che per la cagione di questa novità al tutto fue atterrata quella setta de' Serraglini, e non fu piccola mutazione tra' popolani di Firenze.
CCLXXXIV
Di mutazione mossa nella città di Siena.
Nel detto anno MCCCXXIIII, a dì XVIII di febbraio, in Siena risurse la congiura de' giudici e de' beccari e altri popolani contra l'uficio de' nove che governavano la città, per rivolgere lo stato de la terra; la quale giura scoperta, ne furono presi alquanti e dicapitati, e molti condannati e fatti ribelli.
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