A la fine de la dura battaglia l'armata de' Pisani furono sconfitti, e prese de le loro VIII galee, e molta gente morta e presa. I Pisani avendo perduta ogni speranza di potere soccorrere Castello di Castro, cercarono accordo col re d'Araona, e mandargli loro ambasciadori in su una galea con lettere e messi di nostro signore lo papa. A la fine la pace si compié, che' Pisani renderono a·re di Raona Castello di Castro e ogni fortezza ch'aveano in Sardigna, e egli gli quetò della rendita del tempo che l'aveano tenuta, poi ch'egli ne fu eletto signore, e l'uno a l'altro renderono i pregioni, e piuvicossi in Pisa la detta pace a dì X di giugno MCCCXXVI.
CCCXXXII
Come la gente di Castruccio ch'erano in Signa corsono infino a la città di Firenze.
Nel detto anno MCCCXXV, a dì X di dicembre, le masnade di Castruccio ch'erano in Signa, intorno di CC cavalieri, corsono infino a San Piero a Monticelli, e venienne infino a le porte di Firenze: uscì una masnada di Fiamminghi a combattere con loro; e se per lo capitano della guerra fossono seguiti, aveanne la vittoria; ma per lo soperchio di gente furono rotti e malmenati da quegli di Castruccio. In Firenze si levò il romore, e sonarono le campane, e popolo e cavalieri furono in arme e uscirono fuori, e corsono infino a Settimo sanza ordine niuna. I nimici per lo soperchio si ritrassono a Signa sanza danno niuno; e la gente de' Fiorentini, ch'erano più di VIIIc cavalieri e popolo innumerabile, si tornarono la sera di notte in Firenze. La tratta fu gagliarda e di volontà, ma male ordinata, e per gli savi di guerra fu forte biasimata; che se Castruccio fosse stato in aguato pur con Vc cavalieri, avea sconfitti i Fiorentini, e presa combattendo la città.
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