E oltre a questo, per lo consiglio de' suoi aguzzetti savi del regno di Puglia, si recò al tutto la signoria da la piccola cosa a la grande di Firenze, e avilì sì l'uficio de' priori, che nonn-osavano fare niuna cosa quanto si fosse piccola, eziandio chiamare uno messo; e sempre stava con loro uno de' savi del duca, onde a' cittadini, ch'erano usati di signoreggiare la città, ne parea molto male: ma grande sentenzia di Dio fu che per le loro sette passate fosse avilita la loro giuridizione e signoria per più vile gente e men savi di loro.
XI
Come a le donne di Firenze fue renduto certo ornamento.
Nel detto anno MCCCXXVI, e del detto mese di dicembre, il duca a priego che le donne di Firenze fatto a la duchessa sua moglie, sì rendé a le dette donne uno loro spiacevole e disonesto ornamento di trecce grosse di seta gialla e bianca, le quali portavano in luogo di trecce di capegli dinanzi al viso, lo quale ornamento perché spiacea a' Fiorentini, perch'era disonesto e trasnaturato, aveano tolto a le dette donne, e fatti capitoli contro a·cciò e altri disordinati ornamenti, come adietro è fatta menzione: e così il disordinato appetito de le donne vince la ragione e 'l senno degli uomini.
XII
Come il papa fece nuovo vescovo d'Arezzo.
Nel detto anno e mese di dicembre papa Giovanni fece vescovo d'Arezzo uno degli Ubertini, possenti e gentili uomini del contado d'Arezzo, acciò che co' suoi fosse contro a Guido Tarlati disposto per lui del vescovado d'Arezzo; ma però poco aprodò, ché 'l nuovo eletto, con tutto l'aiuto del papa e del legato cardinale ch'era in Firenze, non avea uno danaio di rendita, che tutto il temporale e spirituale d'Arezzo tenea per forza il detto Guido Tarlati, ed erane tiranno e signore.
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