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      Chi disse che furono vere, e chi che furono false. E nel detto parlamento in dispetto di santa Chiesa fece tre vescovi, uno in Chermona e l'altro in Commo e l'altro, uno de' Tarlati, a la Città di Castello. E ciò fatto, ordinò suo passaggio in Toscana; e truovasi ch'ebbe infino allora da' Milanesi e tiranni e terre ghibelline d'Italia CCm fiorini d'oro; e bisognavangli, però ch'egli e sua gente erano molto poveri di danari. E partito il detto parlamento, Marco e Luchino e Azzo Visconti si fuggirono e entrarono nel castello di Liseo, e poi feciono guerra a Milano. Il Bavero venne a Chermona, e di là passò per lo ponte il fiume del Po a dì XXIII d'agosto, gli anni di Cristo MCCCXXVII, e venne al borgo a San Donnino con MD cavalieri de' suoi, con quegli ch'avea trovati in Milano, e CCL di quegli di messer Cane, e CL di messer Passerino, e C di quegli de' marchesi d'Esti; e sanza nullo contasto passò per lo contado di Parma le montagne apennine, e capitò a Pontriemoli in calen di settembre nel detto anno. E sì avea il legato che in Lombardia era per la Chiesa più di IIIm cavalieri soldati, e non si mise a contastarlo, ch'assai era leggere per li forti passi; onde il detto legato molto fu abbominato di tradimento da' fedeli di santa Chiesa di Toscana, ed iscusavasi come non avea dal papa i danari di loro paghe, e però non poteva fare cavalcare la sua gente.
     
      XXXIV
     
     
      Come il Bavero si puose ad assediare la città di Pisa.
     
      Come il Bavero e la donna sua, la quale era figliuola del conte d'Analdo, furono passati in Toscana, Castruccio con grande compagnia e grandi doni e presenti e rinfrescamento di vittuaglia andò loro incontro infino a Pontriemoli, e acompagnogli in più giorni infino a Pietrasanta nel contado di Lucca, e là s'arestò, e non volle entrare in Lucca, se prima non avesse la città di Pisa, la quale da certi che·lla reggeano, i quali erano i più ricchi e possenti di Pisa e aversari di Castruccio, in nulla guisa voleano ubbidire il detto Bavero per tema di Castruccio e de le gravezze de le spese, dando cagione di non voler fare contra la Chiesa, imperciò che 'l Bavero era scomunicato, e non era imperadore con autorità di santa Chiesa; e ancora non voleano i Pisani rompere pace al re Ruberto e a' Fiorentini.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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