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      Ma veggendosi così assaliti francamente, ripresono vigore e buono ordine di guardia della città, rimurando tutte le porte, e guardando le mura. Il secondo dì il Bavero passò Arno, e puosesi nel borgo di San Marco, e Castruccio rimase dal lato de la città di verso Lucca con sua oste, e poi si stese l'oste a la porta di San Donnino e a quella della Legatia sanza contasto niuno, e in pochi dì feciono uno ponte di legname dal borgo a San Marco a San Michele de' Prati, e un altro ne fece fare in su barche dal lato di sotto a la Legatia, sì che in pochi giorni tutta ebbono assediata la città intorno intorno; ne la quale oste avea il Bavero, tra di sua gente e di quella di Castruccio e d'altri Ghibellini di Toscana e di Lombardia, IIIm cavalieri o più, male a cavallo, e popolo grandissimo del contado di Lucca e di Pisa medesimo, e di quello di Luni e della riviera di Genova; e di presente ebbono Porto Pisano; e poi faccendo cavalcare per lo contado co' caporali degli usciti di Pisa, in pochi giorni ebbe a suo comandamento tutte le castella e terre di Pisa. Onde ciò sappiendo i Pisani che teneano la città, molto isbigottiro: né già però non mandarono per soccorso al duca, se non di moneta, per pagare i loro soldati ch'erano a la guardia della terra, perché non s'ardivano a fare gravezza a' cittadini, perché il popolo minuto non si levasse contro a·lloro; e 'l duca vi mandò moneta per lettere di compagnie di Firenze ch'erano dentro, e più ve ne avrebbe mandati, se non ch'egli sentì ch'eglino stavano in trattato col Bavero, avegna che a la difensa fossono uniti e feroci.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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