E nel detto luogo soggiornò il Bavero VI dì per attendere Castruccio duca di Lucca, il quale mal volentieri andava con lui a Roma, temendo di lasciare isguernita la città di Lucca e di Pistoia. A la file non vegnendo il detto Castruccio, e il Bavero avendo lettere e messaggi da' Romani, che avacciasse sua andata a Roma se volesse la terra, acciò che la parte degli Orsini e della Chiesa non vi mettessero prima la forza e gente del re Ruberto, si partì a dì XXI di dicembre, e fece la pasqua di Natale a Castiglione della Pescaia; e poi di là passò il fiume d'Ombrone a la foce di Grosseto con grande affanno, perché per le gravi piogge il detto fiume era molto grosso, e uno ponte apposticcio ch'aveano fatto fare il suo maliscalco co' detti Maremmani, per soperchio incarico di sua gente si ruppe, e assai di sua gente e loro cavagli annegarono, e convenne che 'l signore passasse a la foce a la marina con due galee e più barche che fece venire da Piombino. Il quale passaggio, se 'l duca di Calavra co la sua gente e co' Sanesi avesse voluto impedire, assai era loro leggere e sicuro; ma poi che 'l Bavero fu in Toscana, il detto duca nol volle vedere né lui né sua gente, o per viltà di cuore, o per senno e comandamento del padre lo re Ruberto, per non venire a la zuffa co' Tedeschi, che l'andavano caendo. E così passò il Bavero la Maremma con grande affanno e con male tempo e grande soffratta di vittuaglia, albergando per necessità i più de la sua gente a campo nel cuore del verno. E pochi giorni apresso Castruccio con IIIc cavalieri de la migliore gente ch'egli avea, e con M balestrieri tra Genovesi e Toscani, seguì il Bavero e giunselo a Viterbo, e lasciò in Lucca e in Pistoia e in Pisa da M cavalieri per guardia con buoni capitani.
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