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      LIV
     
     
      Di certe novità che il legato del papa fece in Firenze.
     
      Nel detto anno, il dì apresso la Pifania, per mandato del cardinale degli Orsini legato in Toscana, il quale era in terra di Roma, in Firenze si celebrò tre dì continui processione per tutti i religiosi e secolari maschi e femmine che la vollono seguire, pregando Idio che desse il suo aiuto a santa Chiesa a la difensione del Bavero, e lui recasse a l'obedienza della Chiesa, e pace; e però diede grandi indulgenzie e perdono. E in questo tempo il papa diede al detto legato per sua mensa le rendite de la Badia di Firenze, ch'era morto l'abate, e vacava, il quale la prese, e poi non vi fu abate; e per gli monaci ch'erano X, con ogni fornimento di cappellani e della chiesa, lasciò Vc fiorini d'oro; e fu grande ragione, ché la Badia avea di rendita presso a IIm fiorini d'oro, ed ispendeasi fra X monaci e uno abate.
     
      LV
     
     
      Come il Bavero si partì di Viterbo e andonne a Roma.
     
      Nel detto anno MCCCXXVII, essendo il Bavero giunto in Viterbo, in Roma nacque grande questione tra 'l popolo, e spezialmente tra' LII buoni uomini, chiamati IIII per rione a la guardia del popolo romano, che parte di loro voleano liberamente la venuta del Bavero sì come loro signore, e parte di loro parendo mal fare e contra santa Chiesa, e parte voleano patteggiare co·llui anzi che si ricevesse in Roma; e a questo terzo consiglio s'apresono nel palese per contentare il popolo, e mandargli solenni ambasciadori a·cciò trattare. Ma Sciarra della Colonna e Iacopo Savelli, ch'erano capitani del popolo, coll'aiuto di Tibaldo di quegli di Santo Stazio, grandi e possenti Romani, i quali tre caporali erano stati cagione de la revoluzione di Roma, e cacciati n'aveano gli Orsini e messer Stefano de la Colonna, e' figliuoli, tutto fosse fratello carnale del detto Sciarra, però ch'era cavaliere del re Ruberto e teneasi a sua parte; per la qual cosa tutti gli amici del re Ruberto per tema si partirono di Roma, e tolto fu agli Orsini Castello Santangiolo, e tutte le forze di Roma a·lloro e a·lloro seguaci, sotto la forza e guardia del popolo.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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