E anzi mezzanotte giunsono a Prato, dov'erano apparecchiati i detti difici di legname, e caricandogli in muli e aportatori mandati di Firenze, si mise in via menando seco IIm fanti a piè tra Pratesi e soldati de' Fiorentini ch'erano ordinati in Prato; e giunse a Pistoia anzi il giorno di costa a la porta di San Marco da la parte ov'era il fosso con meno acqua, e il luogo de la terra più solitario e peggio guardato. I detti Baldo e Iacopo passaro il fosso su per lo ghiaccio, e con iscala salirono in su le mura che non furono da nulli sentiti, e ivi su misono le bandiere del duca e del Comune di Firenze, e per simile modo ne misono dentro da C fanti; e trovandogli l'uficiale ch'andava ricercando le guardie, levò il romore, e egli e sua compagnia furono morti di presente, e la terra fu tutta ad arme. In quello la gente di messer Filippo puosono il ponte sopra il fosso, e con più scale messe a le mura molta gente vi misono dentro, e co' bolcioni dentro e di fuori pertugiarono il muro in due parti, per modo che vi poteano mettere il cavallo, onde menando a mano più ve ne furono messi; e messer Filippo in persona con alquanti di sua gente v'entrò dentro, e incontanente seminarono triboli di ferro, ch'aveano portati, per le vie d'onde i nemici poteano loro venire adosso, per impedire loro e' loro cavagli; e come vi furono ingrossati dentro, la cavalleria e gente di fuori e quegli entrati dentro combatterono la torre de la porta a Sa·Marco, e misono fuoco nel ponte e porta dell'antiporta.
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