Avemo sì distesamente inarrato la presura della città di Pistoia, però che per sì fatto modo e così forte città di mura e di fossi e guernita di gente d'arme non fu presa in Toscana già fa grandissimo tempo, e ancora per la sequela ch'avenne poi della detta presura, come diremo appresso. E per l'aquisto di Pistoia a dì VI di febbraio s'arendé la castellina ch'è sopra Puntormo, la quale molta guerra avea fatta a la strada che vae a Pisa.
LX
Come Castruccio si partì di Roma dal Bavero sì tosto come seppe la perdita di Pistoia.
Essendo Castruccio in Roma col Bavero in tanta gloria e trionfo, come detto avemo, d'esser fatto cavaliere a tanto onore, e confermato duca, e fatto conte di palazzo e sanatore di Roma, e più ch'al tutto, era signore e maestro de la corte del detto imperadore, e più era temuto e ubbidito che 'l Bavero, per leggiadria e grandezza fece una roba di sciamito cremesi, e dinanzi al petto con lettere d'oro che diceano: "È quello che Idio vuole", e nelle spalle di dietro simili lettere che diceano: "E sì sarà quello che Idio vorrà". E così egli medesimo profetezzò in sé le future sentenzie di Dio. E stando lui in tanta gloria, come piacque a·dDio, prima perdé la città di Pistoia per lo modo che detto avemo. Come la gente di Castruccio ebbono perduta Pistoia, incontanente per terra e per mare mandarono messaggi e vacchette armate, sì che per la via di mare Castruccio seppe la novella in Roma in tre dì. Incontanente Castruccio fu al Bavero e re de' Romani detto imperadore, e dolfesi forte de la perdita di Pistoia, rimprocciando che se non l'avesse menato seco Pistoia non sarebbe perduta, mostrando grande gelosia della città di Pisa e di quella di Lucca, che nonn avessono mutazione.
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