Incontanente prese congio da·llui, e partissi di Roma il primo dì di febbraio con sua gente. Ma Castruccio lasciò sua gente in cammino, ed egli con pochi con grande sollecitudine e rischio per gli passi di Maremma cavalcò innanzi, e giunse in Pisa con XII a cavallo a dì VIIII di febbraio, anni MCCCXXVII. E la sua gente, ch'erano Vc cavalieri e M pedoni a balestra, giunsono più giorni apresso. E nota che per la partita di Castruccio tutto l'osordio e imprese del Bavero ch'avea ordinate per passare nel Regno, gli vennono poi corte e fallite, come innanzi faremo menzione; però che Castruccio era di grande consiglio in guerra e bene aventuroso, ed egli solo più temuto dal re Ruberto e dal duca e da quegli del Regno, che 'l Bavero con tutta sua gente. Sì che per l'aquisto di Pistoia Castruccio si partì di Roma, onde allora il Bavero prolungò l'andare nel Regno, che se vi fosse ito sanza indugio e col senno di Castruccio e con sua gente, di certo il re Ruberto era in pericolo di potersi difendere, perché male s'era ancora proveduto a la difesa. Come Castruccio fue in Pisa, al tutto prese la signoria de la terra, e recò a sé tutte l'entrate e le gabelle de' Pisani; e oltre a·cciò gli gravò di più incarichi di moneta. E poco apresso per alcuno trattato credette avere Montetopoli per imbolìo, e cavalcòvi con sua gente una notte, e di sua gente per condotta del traditore entrarono infino a l'antiporta. La mattina per tempo quegli de la terra, e' soldati a cavallo e a piè che v'erano per lo Comune di Firenze, sentirono il tradimento, e vigorosamente difesono la porta, e uccisono il traditore, e coloro cu' egli avea già condotti dentro.
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