Onde avendo il detto Iacopo commessi cotali peccati, sì di resia e sì de la lesa maestade, nonostante ch'egli non sia stato citato, che non bisogna per la nuova legge fatta per lo detto imperadore, e per altre leggi canoniche e civili, rimovea, privava, e cassava il detto Iacopo di Caorsa da l'oficio del papato, e da ogni oficio e beneficio temporale e spirituale, e sommettendolo a ciascuno ch'avesse giuridizione temporale, che 'l potesse punire d'animaversione, secondo che eretico e commettitore de la lesa maestade; e che nullo re, prencipe, o barone, o comunità gli dovesse dare aiuto, consiglio, o favore, né averlo né tenerlo per papa, in pena di privazione d'ogni dignità, cherici e laici di cheunque stato fosse, e a pena d'essere condannato come fautore d'eretico, e di commettere peccato de la lesa maestà; e la metà della pena e condannagione fosse applicata a la camera dello 'mperadore, e l'altra metade al popolo di Roma, e chiunque gli avesse dato aiuto, consiglio o favore, da indi adietro cadesse in simile sentenzia, assegnando termine a scusarsi a chi contro a·cciò avesse fatto, a quegli d'Italia uno mese, e a tutti gli altri d'universo mondo infra due mesi, che si venissono a scusare. E data e confermata la detta sentenzia, disse il detto Lodovico Bavero che infra pochi giorni provederebbe di dare buono papa e buono pastore, sì che grande consolazione n'avrebbe il popolo di Roma e tutti i Cristiani. E queste cose disse ch'avea fatte di consiglio di grandi savi cherici e laici fedeli Cristiani, e de' suoi baroni e prencipi.
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