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      Castruccio per cavalcata che la gente de' Fiorentini facessono in su quello di Lucca o di Pisa, non si mosse dall'asedio di Pistoia, sentendo ch'era stretta di vittuaglia, e que' d'entro, d'onde era capitano messer Simone de la Tosa, isbigottiti, veggendo partita l'oste de' Fiorentini, e non aveano potuto fornirgli, ed era loro fallita la vittuaglia, cercarono trattato con Castruccio di rendere la terra, salve le persone con ciò che se ne potessono portare, e chi volesse essere cittadino di Pistoia rimanesse. E così fu fatto; e arrendessi Pistoia a Castruccio, mercoledì mattina a dì III d'agosto, gli anni di Cristo MCCCXXVIII. E nota se questa impresa fu con grande vergogna e danno e spesa de' Fiorentini, e quasi incredibile a dovere potere essere, che Castruccio tenesse l'assedio con XVIc di cavalieri o là intorno, e' Fiorentini, che n'aveano tra nell'oste e in Pistoia IIIm cavalieri o più, molto buona gente e popolo grandissimo, non poterlo levare da campo. Ma quello che per Dio è permesso nulla forza né senno umano può contastare.
     
      LXXXVII
     
     
      Come morì il duca Castruccio signore di Pisa e di Lucca e di Pistoia, e messer Galeasso de' Visconti di Milano.
     
      Come Castruccio ebbe racquistata Pistoia per suo grande senno e studio e prodezza per lo modo che detto avemo, sì riformò e rifornì la terra di gente e di vittuaglia, e rimisevi i Ghibellini, e tornò a la città di Lucca con grande trionfo e gloria a modo di triunfante imperadore, e trovossi in sul colmo d'essere temuto e ridottato, e bene aventuroso di sue imprese, più che fosse stato nullo signore o tiranno italiano, passati CCC anni, ritrovandone il vero per le croniche; e con questo, signore della città di Pisa, e di Lucca, e di Pistoia, e di Lunigiana, e di gran parte de la riviera di Genova di levante, e trovossi signore di più di IIIc castella murate.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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