E ciò fatto, passò di questa vita sabato a dì III di settembre MCCCXXVIII. Questo Castruccio fu della persona molto destro, grande, d'assai avenante forma, schietto, e non grosso, bianco, e pendea in palido, i capegli diritti e biondi con assai grazioso viso: era d'etade di XLVII anni quando morì. E poco innanzi a la sua morte conoscendosi morire, disse a più de' suoi distretti amici: "Io mi veggo morire, e morto me, vedrete disasseroncato", in suo volgare lucchese, che viene a dire in più aperto volgare: "Vedrete revoluzione", overo in sentenzia lucchese: "Vedrai mondo andare". E bene profetezzò, come innanzi potrete comprendere.
E per quello che poi sapemmo da' suoi più privati parenti, egli si confessò e prese il sagramento e l'olio santo divotamente; ma rimase con grande errore, che mai non riconobbe sé avere offeso a Dio per offensione fatta contra santa Chiesa, faccendosi coscienza che giustamente avesse operato per lo 'mperio e suo Comune. E poi che in questo stato passò, e tennesi celata la sua morte infino a dì X di settembre, tanto che com'egli avea lasciato, corse Arrigo suo figliuolo co la sua cavalleria la città di Lucca e quella di Pisa, e ruppono il popolo di Pisa combattendo ovunque trovarono riparo. E ciò fatto, tornò in Lucca e feciono il lamento, vestendosi tutta sua gente a nero, e con X cavagli coverti di drappi di seta e con X bandiere; dell'arme dello 'mperio due, e di quelle del ducato due, e della sua propia due, e una del Comune di Pisa, e simile di quello di Lucca e di Pistoia e di Luni.
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