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      Le quali cose per giusta sentenzia di Dio furono al Bavero e al suo antipapa e a' loro seguaci grande brobbio e abbominazione, e segni di loro rovina e abassamento. E per la loro partita si fuggirono di Roma Sciarra de la Colonna, e Iacopo Savelli, e i loro seguaci, i quali erano stati caporali di dare la signoria di Roma al Bavero, e di molti furono abattuti e guasti i loro palazzi e beni, e condannati. E poi a dì XVIII d'agosto entrò in Roma messer Guiglielmo d'Ebole con VIIIc cavalieri del re Ruberto e gente a piè assai con grande onore: onde la città fu tutta sicura, e riformata a l'ubbidienza di santa Chiesa e del re Ruberto.
     
      XCVI
     
     
      Come il Bavero andò a oste a Bolsena con trattato d'avere la città d'Orbivieto.
     
      Come il Bavero fu in Viterbo con sua gente, il quale avea ancora più di MMD cavalieri tedeschi, sanza gl'Italiani, sì venne a oste sopra il contado d'Orbivieto, e prese più loro castella e villate, faccendo grande danno. E a dì X d'agosto, l'anno detto, si puose a oste al castello di Bolsena, al quale fece dare continue battaglie; ma la sua stanza era in quello luogo per uno trattato ch'avea in Orbivieto, che gli dovea essere data la terra la vilia di santa Maria d'agosto, ch'è loro principale festa: andando i cittadini a l'offerta, i traditori d'entro doveano dare la terra per la porta che vae verso Bagnorea. E già v'era cavalcato il suo maliscalco con M cavalieri, ma come piacque a nostra Donna, si scoperse il detto tradimento in sul punto che giunse il maliscalco, e' traditori presi e giustiziati.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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