E poi in terra di Roma presono Asturi e vennono in foce di Tevero, credendo che 'l Bavero fosse a Roma; e non trovandolo, guastarono intorno a Orbitello, e arrivarono a Corneto; e di là sentendo novelle che 'l Bavero era a Todi, gli mandarono ambasciadori che venisse a la marina a parlamentare co·lloro, il quale Bavero avendo le dette novelle, mutò consiglio del venire verso Firenze per la via d'Arezzo, e partissi da Todi a dì XXXI d'agosto col suo antipapa e tutta sua corte e gente, e venne a Viterbo, e là lasciò il detto antipapa e la 'mperadrice e l'altra gente, e con VIIIc cavalieri andò a Corneto a don Piero; e là scendendo que' signori in terra, stettono in parlamento alquanti giorni con grandi contasti e riprensioni, perché l'armata non era venuta al tempo promesso, e domandava il Bavero i danari promessi per gli patti. Don Piero e suo consiglio il richiedea che venisse sopra le terre del re Ruberto, e egli verrebbe co l'armata per mare e darebbegli la moneta promessa, ch'erano XXm once d'oro. In questo contasto ebbono novelle e ambasciadori da' Pisani, come la gente di Castruccio aveano corsa la città di Pisa e cacciatane la signoria del Bavero; e d'altra parte il detto Bavero non si sentia in podere, né in disposizione la sua gente di volere andare nel Regno, sentendo i passi guerniti, e la carestia di vittuaglia grande in tutte parti: sì prese consiglio di venire verso Pisa co la donna sua e con tutta sua gente per terra, e l'armata per mare. E così fu fatto; che a dì X di settembre si partirono di Corneto, e vegnendo, morì a Montalto il perfido eretico e maestro e conducitore del Bavero maestro Marsilio di Padova; e giunse il Bavero e l'oste sua a Grosseto a dì XV di settembre; e l'armata di don Piero presono Talamone e guastarlo, e scesono a Grosseto, e col Bavero insieme vi puosono l'oste a petizione degli usciti di Genova e de' conti da Santa Fiore per torre il porto e 'l passo de la mercatantia a' Fiorentini e a' Sanesi e agli altri Toscani che per ischifare Pisa faceano quella via; e stettonvi IIII dì a l'assedio dandovi grandi battaglie co' balestrieri ch'erano in su l'armata, e salirono più volte in su le mura di Grosseto, e furonne cacciati per forza, e rimasonvene morti più di IIIIc de' migliori; ma per soperchia gente e battaglie non si potea la terra guari tenere.
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