CXVII
Come il capitano del Patrimonio e gli Orbitani furono sconfitti in Viterbo credendo avere presa la terra.
Nel detto anno, a dì II di febbraio, il capitano del Patrimonio, che v'era per lo papa, co la forza degli Orbitani, avendo certo trattato con certi cittadini di Viterbo di dare loro l'entrata della terra, sì entrarono in Viterbo per una porta con CCC cavalieri e VIIc pedoni, e corsono la terra infino a la piazza, e per mala capitaneria si cominciaro a spargere per la città rubando, credendo avere vinta la terra. Il signore di Viterbo con molti de' cittadini si cominciarono a difendere e abarrare le vie; e combattendo, vinsono coloro ch'erano rimasi in su la piazza, onde furono sconfitti e cacciati; e rimasonvi tra morti e presi più di C a cavallo e più di CC a piè. E in questi medesimi dì que' d'Orbivieto lasciarono la signoria di Chiusi a' signori di Montepulciano, però che di loro era il vescovo di Chiusi, e rimisono in Chiusi ogni parte e usciti.
CXVIII
Come i Romani per carestia tolsono la signoria di Roma al re Ruberto.
In questi tempi, a dì IIII di febbraio, essendo in Roma sanatore per lo re Ruberto messer Guiglielmo d'Eboli suo barone con CCC cavalieri a la guardia de la terra, i Romani avendo grande carestia di vittuaglia per lo grande caro che generalmente era per tutta Italia, dogliendosi del re Ruberto che non gli forniva del Regno, a romore si levò il popolo, gridando: "Muoia il sanatore!"; e corsollo in Campidoglio assalendolo aspramente, il quale con tutta sua gente non poté resistere; si s'arendé e uscì de la signoria con grande danno e vergogna, e' Romani feciono loro sanatori messer Stefano de la Colonna e messer Poncello Orsini, i quali del loro grano e di quello degli altri possenti Romani feciono venire in piazza, e racquetarono il popolo.
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