Nel detto anno MCCCXXVIII, a dì XVIIII di febbraio, l'antipapa del Bavero, il quale era nella città di Pisa, in pieno parlamento e sermone, ove fu il detto Bavero e tutta sua baronia e parte de la buona gente di Pisa, fece processo e diè sentenzia di scomunica contro a papa Giovanni, e contro al re Ruberto, e contro al Comune di Firenze e chi loro seguisse, opponendo contro a' detti falsi articoli. Avenne in ciò grande maraviglia, e visibile e aperta, che raunandosi il detto parlamento, subitamente venne da cielo la maggiore tempesta di gragnuola e d'acqua con terribile vento, che per poco mai venisse in Pisa; e perché agli più de' Pisani pareva mal fare andando al detto sermone, e per lo forte tempo pochi ve n'andavano, per la qual cosa il Bavero mandò il suo maliscalco a cavallo con gente d'arme e con fanti a piede per la città a costrignere che la buona gente andasse al detto parlamento e sermone, e con tutta la forza pochi ve n'andarono. E in quello cavalcare per la terra il detto maliscalco, essendo la detta fortuna e tempesta, prese freddo a la persona, onde per guerire la sera fece uno bagno, ove fece mettere acqua stillata, e in quello bagnandosi vi s'apprese fuoco, e subitamente il detto maliscalco nel detto bagno arse e morì sanza altro male di persone; la qual cosa fu tenuto gran miracolo di Dio e segno contrario al Bavero e a l'antipapa, che' loro indegni processi non piacessono a Dio. E poi a dì XXIII di febbraio il detto Bavero palesò a' Pisani di partirsi di Toscana, e per sue grandi bisogne gli convenia ire in Lombardia, onde i Pisani per la sua appressione furono molto allegri.
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