La quale congiurazione fu scoperta segretamente al legato per alcuno seguace de' congiurati, credendosene valere di meglio; per la qual cosa il legato fece pigliare il detto Alberghettino, e l'arciprete de' Galluzzi, e 'l detto messer Guido, e Nanni de' Dotti cognato d'Ettor da Panago, e più altri grandi cittadini e popolani di Bologna. Ma il detto Ettor non poté avere, perché già era a la montagna a raunare suo isforzo. E disaminata la detta congiura, e confessata per gli detti traditori, il legato trovò che la congiura era sì grossa, e tanti e tali cittadini di Bologna vi teneano mano, ch'egli non s'ardia a farne fare giustizia, con tutta la forza delle sue masnade, dubitando forte che la città di Bologna non si levasse a furore contra lui; e bisognavagli bene, avendo così di presso il Bavero e le sue forze. Per la qual cosa il legato mandò per aiuto di gente al Comune di Firenze perché fossono a la sua guardia; i quali Fiorentini gli mandarono di presente CCC cavalieri de le migliori masnade ch'avessono, e IIIIc balestrieri tutti soprasegnati di soprasberghe, il campo bianco e 'l giglio vermiglio, molto bella e buona gente, de' quali avea la 'nsegna del Comune di Firenze messer Giovanni di messere Rosso de la Tosa. E come la detta gente fu venuta in Bologna, il legato fu rassicurato e forte, e al terzo dì fece al suo maliscalco, armata tutta sua gente e quella de' Fiorentini, in su la piazza di Bologna mozzare il capo a' sopradetti presi caporali de la congiura, salvo che l'arciprete, perch'era sacro, fece morire d'inopia inn-orribile carcere.
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