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      E così tornò in vano la 'mpresa dell'oste de' Fiorentini, che nel cominciamento e poi fu così prospera, e Lucca così affinita. E però non si dee nullo disperare, né d'alcuna impresa fare grolia, né avere troppa speranza, se prima non si vede la fine, che sovente riescono le 'mprese ad altro segno che non sono cominciate, per lo piacere di Dio. E poi il primo dì di marzo apresso il maliscalco de·re Giovanni venne di Lombardia, e entrò in Lucca con VIIIc cavalieri tedeschi, e prese la signoria della terra per lo re, e partissene messer Gherardino male contento dal re Giovanni e da' Lucchesi, e con suo dammaggio di più di XXXm fiorini d'oro messi de' suoi danari ne la detta signoria e guerra de' Lucchesi, e non gli poté riavere. E dogliendosene il detto messer Gherardino al re Giovanni, gli fu rimprocciato ch'egli era istato traditore, ch'egli avea tenuto trattato co' Fiorentini di dare loro Lucca; e mostrata gli fu innanzi al re una lettera del Comune di Firenze, la quale messer Gherardino s'avea fatta fare a sua cautela del trattato.
     
      CLXXI
     
     
      Come la gente del re Giovanni cavalcarono in su il contado di Firenze nella contrada di Greti.
     
      Per la detta venuta della gente del re Giovanni in Lucca i Fiorentini abandonarono il borgo di Buggiano che teneano, e misonvi fuoco; e simile lasciarono il castelletto del Cozzile e quello de la Costa sopra Buggiano a dì VIIII di marzo del detto anno; e poi a dì XV del detto mese di marzo il sopradetto maliscalco del re Giovanni ch'era in Lucca con M cavalieri e MM pedoni si partirono di Buggiano e passarono sotto Montevettolino, ispianando le tagliate, entrarono in Greti in sul contado di Firenze sanza contasto niuno, e presono e arsono il borgo di Cerreto Guidi, e combatterono il castello; e presono e arsono Collegonzi e Agliana, e corsono il paese per III dì, e menarne preda di C pregioni e IIIIc bestie grosse e MM minute; e feciono danno assai con grande vergogna de' Fiorentini, ch'aveano altrettanti cavalieri e più al loro soldo, che per loro non fu fatto contasto niuno.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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