Che se pure CC cavalieri avessono difesa la tagliata da Montevettolino a la Guisciana, ch'assai era leggere a difendere, non ne tornava mai niuno adietro, che tutti rimaneano o presi o morti; però che la cavalcata, tutto fosse per loro ardita e franca, sì fu folle e con mala provedenza di non lasciare guardia al passo. Ma dissesi che certi conastaboli de' Fiorentini ch'erano a la guardia de le castella di Valdinievole seppono la cavalcata, e stettono al tradimento, e lasciarono valicare i nimici sanza volergli contastare, i quali ciò saputo, furono acommiatati da' Fiorentini e cassi di loro soldi.
CLXXII
Come al re Giovanni fu data la signoria di Parma, di Reggio, e di Modana.
Nel detto anno, a dì II di marzo, Giovanni re di Buem entrò nella città di Parma in Lombardia con grande onore, la quale gli fu data per Orlando Rosso e quegli della sua casa de' Rossi, per contradio del legato cardinale ch'era in Bologna per la Chiesa loro contradio. E per simile modo si diede poco apresso al detto re la città di Reggio e quella di Modana per certi patti, per non tornare a la signoria della Chiesa e de' suoi legati e uficiali caorsini; per la qual cosa il papa si mostrò molto turbato, e mandò sue lettere bollate in Firenze, le quali in coram populi si lessono, e piuvicaro, come di suo volere né de la Chiesa il re Giovanni non era passato in Italia, né presa la signoria di Lucca e delle sopradette terre di Lombardia, ma tutto fu disimulazione del papa e del legato, come per lo 'nanzi per loro processi si potrà comprendere.
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