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      E alquanti giorni apresso dimorò in Lucca; ma innanzi si partisse trasse da' Lucchesi quanta moneta poté avere, e·ppoi lasciò a' Rossi di Parma la guardia e·lla signoria della città di Lucca, e impegnolla loro per XXXVm di fiorini d'oro ch'ebbe da·lloro contanti, e tornato in Parma, incontanente si partì col figliuolo e con certi caporali di sua gente a dì XV d'ottobre del detto anno, e andossene nella Magna lasciando Parma e·lLucca alla signoria de' Rossi, e Reggio alla signoria di quegli da Fogliano, e Modona alla signoria di que' di casa i Pigli, e da ciascuno ebbe moneta assai. Tale e così onorevole fu la partita di Lombardia e di Toscana del re Giovanni, ch'al cominciamento ch'egli venne in Italia ebbe dalla fallace fortuna tanta prosperità con poca fatica, avendo ferma speranza d'essere in poco di tempo al tutto re e·ssignore d'Italia coll'aiuto della Chiesa e del suo legato, e col favore del re di Francia, la quale al tutto gli tornò in vano.
     
      CCXXVII
     
     
      D'una grande quistione che mosse papa Giovanni che l'anime beate non poteano vedere Iddio perfettamente infino al dì del giudicio.
     
      Nel detto anno MCCCXXXIII si piuvicò per papa Giovanni apo Vignone, con tutto che più di due anni dinanzi l'avesse conceputo e trovato, l'opinione della visione dell'anime quando sono passate di questa vita, cioè ch'egli sermonò in piuvico concestoro per più volte dinanzi a tutti suoi cardinali e prelati di corte che niuno santo, eziandio santa Maria, non può perfettamente vedere la beata speme, cioè Iddio in trinitade, la qual'è la vera deitade, ma dicea che·ssolo possono vedere l'umanità di Cristo la quale prese della vergine Maria; e·lla detta visione imperfetta dicie che durerebbe infino al chiamare dell'angelica tromba, ciò fia quando il figliuolo di Dio verrà a giudicare i vivi e' morti, dicendo a' beati: "Venite benedicti patris mei, percipite regnum, etc.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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