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      E avenne poi, a dì VI di dicembre essendo venuta una grande piova in Arno, si rivolse una nave ove avea da XXXII uomini, de' quali annegaro XV uomini cittadini, e li altri per l'aiuto di Dio scamparo. Lasceremo alquanto de' fatti di Firenze e del diluvio, ch'assai n'avemo detto, e diremo alquanto de' fatti di Lombardia e della nostra lega. Ma nonn-è da lasciare di dire, che quando il legato ch'era a Bologna seppe l'aversità ch'era avenuta a' Fiorentini ne fece grande allegrezza, dicendo che ciò era loro avenuto perch'erano stati contro a·llui e contro a santa Chiesa a Ferrara; e forse in parte disse il vero; ma non giudicava sé de' suoi defetti e futuro avenimento, né credea che 'l suo iudicio e sentenzia di Dio gli fosse così da presso, come tosto leggendo si potrà trovare.
     
      V
     
     
      Come falliro le triegue, e ricominciossi guerra dalla lega al legato, e le terre che tenea il re Giovanni.
     
      Nel detto anno, per calen gennaio, fallendo le triegue da la gente del re Giovanni e del legato a la nostra lega, si fece per li collegati uno parlamento a Lierci, per consigliare se fosse da seguire le triegue o ricominciare la guerra. Acordavansi i collegati al prolungare le triegue, salvo messer Mastino e 'l Comune di Firenze; e questo si fece per lo migliore per non lasciare prendere forza al legato e al re Giovanni; e ordinaro si rincominciasse la guerra, e confermarono in quello parlamento la divisa del conquisto per lo modo detto, cioè che 'l segnore di Milano avesse Cremona, e messer Mastino Parma, e que' da Mantova Reggio, e' marchesi Modona, e' Fiorentini Lucca.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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