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      Le dette sue prediche non erano però di sottili sermoni né di profonda scienzia, ma erano molto efficaci e d'una buona loquela e di sante parole, dicendole molto dubbiose e acentive a commuovere genti, quasi affermando e dicendo: "Quello ch'io vi dico sappia, e non altro; ché Dio così vuole". Andonne a Roma co' detti pellegrini, e co·molti altri di Toscana che 'l seguiro, che fue innumerabile popolo con molta onestà e pazienzia. E poi da Roma andòe a Vignone al papa il detto frate Venturino per impetrare grazia di perdono a chi·ll'avea seguito. In corte, o per invidia o per altra sua presunzione, fu acusato al papa, e apostili più articoli di peccati e di resia, de' quali fue disaminato, e fatta inquisizione, e fu trovato buono Cristiano e di santa vita; ma per la sua presunzione, e perché diceva che non era niuno degno papa se non stesse a Roma a la sedia di san Piero, e per tema ch'ebbe il papa che per le sue prediche non comovesse il popolo cristiano, sì·lli diè i confini a dimorare a Frisacca, una terra nelle montagne di Ricordana, e comandolli che non confessasse persona, né predicasse a popolo. E questi sono i meriti c'hanno le sante persone da' prelati di santa Chiesa; overo che fue giusto per temperare la soperchia ambizione del frate, tutto ch'adoperasse con buona intenzione.
     
      XXIV
     
     
      Come i Ghibellini di Genova ne cacciaro i Guelfi e la segnoria del re Ruberto.
     
      Nel detto anno, essendo ne la città di Genova tornati per pace fatta per lo re Ruberto tutti i Ghibellini, come adietro in alcuna parte facemmo menzione, e mandando a Genova il re uno meser Bolgro da Tollentino suo uficiale per ordinare la guardia della terra, e che 'l termine de la signoria del re si prolungasse, e essendovi per podestà per lo re messer Giannozzo Cavalcanti di Firenze, sombuglio e comozione nacque in Genova tra' Guelfi e' Ghibellini; perché a la maggiore parte de' Genovesi ch'erano d'animo imperiale, e naturalmente sono altieri e disdegnosi, rincrescea la segnoria del re, e non volendo prolungare più la segnoria al re; per la quale dissensione cominciaro tra·lloro battaglia cittadina, e asserragliaro tutta la terra e imbarraro.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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