.. e tutti vi fuoro, e messer Azzo a Solcino, e molto isdegno si scoperse allora tra messer Azzo e messer Mastino, che messer Azzo pur volea seguire la 'mpresa. I Fiorentini temendo di Lucca, che non venisse a le mani di messer Azzo, e confidandosi più di messer Mastino per le impromesse fatte a·lloro di rendere loro Lucca, antipuosono con ogni opera e coll'aiuto delli altri allegati di levare messer Azzo dal suo proponimento, e di paciarlo con messer Mastino, e dopo molti trattati s'accozzaro insieme in sul fiume del Leglio, e rimisesi la questione nelli ambasciadori di Firenze, i quali accordaro che Parma fosse di messer Mastino, e la lega atasse a messer Azzo acquistare Piagenza e il borgo a San Donnino. E ciò fatto, e confermato per solenni strumenti, i Rossi di Parma, non aspettando soccorso dal re Giovanni, trattaro concordia con messer Mastino e con la lega, mosso prima il trattato per Ispinetta marchese, e poi seguito e tratto a fine per mano di messere Marsilio da Carrara di Padova loro zio; e in tutto si rimisono i·llui, e rendero la città di Parma a messer Mastino e a messer Alberto de la Scala con promesse di larghi e grandi patti, lasciando loro Pontriemoli e più castella in parmigiana, e promissione di lasciarli i maggiori cittadini di Parma, e che avessono dal Comune annualmente per loro provisione grande quantità di moneta, in quantità di Lm fiorini d'oro. E elli promisono a meser Mastino d'aoperare con effetto con messer Piero Rosso loro fratello, il quale tenea la città di Lucca per lo re Giovanni, di farliele rendere, acordandosene per certa quantità di moneta col detto re.
| |
Azzo Solcino Azzo Mastino Azzo Fiorentini Lucca Azzo Mastino Lucca Azzo Mastino Leglio Firenze Parma Mastino Azzo Piagenza San Donnino Rossi Parma Giovanni Mastino Ispinetta Marsilio Carrara Padova Parma Mastino Alberto Scala Pontriemoli Parma Comune Mastino Piero Rosso Lucca Giovanni
|