Poi compiuto l'anno se n'ando ad Agobbio ricco di molti danari. E in suo luogo ci venne in calen di novembre MCCCXXXVI, per uno anno apresso, messer Accorrimbono da Tolentino, uomo d'età di più di LXXV anni, il quale altra volta stato in Firenze per podestà fu buono rettore. Al cominciamento di suo uficio cominciò bene; ma poco appresso dilatando suo uficio, che l'avea di fatto, infino a' piati minuti intese per guadagneria di sé e di sua corte. E infra 'l suo tempo, a dì XIII di luglio MCCCXXXVII, essendo a sindacato uno meser Niccola de la Serra d'Agobbio stato podestà di Firenze, e trovandosi in defetto, e per l'esecutore delli ordinamenti de la giustizia suo parente, il quale era del contado d'Agobbio, col favore del detto meser Accorrimbono e della nuova podestà, ch'era nipote del detto meser Accorrimbono, non lasciando a' sindachi in ciò fare loro officio, gente minuta si commosse, e fue in parte la città a romore in su le piazze de le segnorie, perché non si facea iustizia de la podestà e di sua famiglia; e co' sassi cacciati fuoro e fediti, e alquanti morti delle famiglie delle dette segnorie a·lloro gran difetto, spezialmente quella del detto meser Accorrimbono, onde tutta la città si comosse. E volendo il detto meser Accorrimbono fare iustizia in persone di certi che avea presi per lo detto romore, per paura del popolo minuto non ebbe l'ardire, e non l'avrebbe potuto fare per la furia del popolo; e convenne fosse condannata la podestà vecchia, e certi de' detti che feciono il romore, in pecunia.
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