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      E se la nostra cavalleria avesse più studiato il cavalcare, non ne campava uomo per la mala condotta. E per le dette cavalcate il paese di Valdarno e di Greti le terre non murate stavano in grande tremore; per la qual cosa il Comune di Firenze ordinò che subitamente fossero rifatte le mura d'Empoli e di Pontormo, che alquanto n'erano cadute per cagione del grande diluvio, e ordinaro che 'l borgo di Montelupo si compiesse di murare in su la riva d'Arno e del fiume di Pesa; e che fosse rifatto e murato il borgo di Cerreto Guidi; e così fu fatto in poco di tempo, faccendo loro alcuna franchigia e munità. E ordinossi in Firenze di fare grossa cavalcata a Lucca per vendetta di quella, e per oservare la promessa fatta per la lega de' Viniziani, come faremo menzione nel seguente capitolo.
     
      LII
     
     
      Come i Rossi di Parma tornarono amici di Fiorentini, e come messere Piero Rosso sconfisse il maliscalco di messer Mastino sotto al Cerruglio.
     
      Come dinanzi promettemmo di dire di maravigliosi avenimenti e casi improvisi che avvengono per le guerre, intendiamo apresso narrare e seguire, però che per cagioni di quelle del nimico spesso si fa amico e dell'amico nimico. Prima avemo detto di messer Mastino, che di grande amico del nostro Comune fatto perverso nimico per li suoi vizii e falli e tradimenti fatti contro al nostro Comune dell'opera di Lucca, come adietro avemo detto, e così per converso diremo de' Rossi di Parma, i quali in questi presenti tempi stati grandi aversari e nimici nostri, come adietro è fatta menzione, in picciolo tempo divenuti amici e confidentissimi.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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