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      E come piacque a·dDio giunsono alla Pieve di Sacco in calen di novembre. La qual cosa apena si potea credere per meser Alberto e meser Mastino della Scala, ch'erano in Padova con più di IIIIm cavalieri, i quali uscirono fuori infino al ponte a..., e se fossono cavalcati inanzi, della nostra gente non iscampava uomo, che non fosse morto o preso; in tale luogo erano condotti, che inanzi non poteano andare né adietro tornare. Ma il senno e ardimento di mesere Marsilio Rosso colla grazia di Dio gli scampò, che incontanente mandò più lettere e messaggi nel campo di quelli della Scala a messere Mastino e conestaboli e baroni richeggendo di volere battaglia. Messere Mastino, che di natura era vile di mettersi a fortuna di battaglia, ancora dubitando de' suoi medesimi per le molte lettere nel suo campo venute, e credendosi sanza mettersi a battaglia soprenderli tutti per istracca, e assediarli, tagliando loro i ponti inanzi e adietro per torre loro la vettuaglia; e ciò fatto, si tornò in Padova con tutta sua cavalleria. Ma a·ccui Iddio vuole male gli toglie il senno e·lla provedenza, e al suo nimico dà ardire e argomento. E così avenne nel nostro bene aventuroso oste: sanza indugio ispogliate d'ogni sustanze le villate di Pieve di Sacco e d'intorno. E di là si partirono con grande affanno, faccendo fare più ponti di graticci, e dove di legname, sopra più riviere e canali salvamente passarono. E a dì V di novembre arrivarono alla terra e villata di Bovolento presso di Padova a VII miglia, e in sul gran canale del fiume dell'Alice che va a Chioggia, per avere da Vinegia e da Chioggia continovo vittuaglia e libero cammino e andamento.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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