Alla fine i Perugini volieno sì larghi vantaggi e di castella e della signoria della città d'Arezzo, che i Tarlati che·nn'erano signori in nulla guisa si vollono accordare né fidare de' Perugini, però che in que' dì, stando nel detto trattato d'accordo co' detti Perugini, i detti Perugini di notte con grande forza di gente a·ppiè e a cavallo vennero infino alle mura d'Arezzo. E per alcuno della terra fu loro insegnato d'entrare per la fogna, overo cateratta, della gora delle mulina che corre per Arezzo; e alcuni di loro v'entrarono. Ma·cciò sentito nella terra, corsono con arme a·rriparo, e uccisono quelli ch'erano passati dentro; onde i Perugini la mattina si partirono e tornarsi a·cCortona; e per questa cagione si ruppe il trattato dell'acordo dagli Aretini a' Perugini. Ma de' Fiorentini si volieno ben fidare i Tarlati d'Arezzo, e dar loro la guardia della terra, però che meser Piero Saccone e meser Tarlato erano nati per madre di casa i Frescobaldi di Firenze, e aveanvi più singulari amici e parenti, e da' Fiorentini si tenieno meno gravati che da' Perugini. E così per la detta cagione de' Perugini si ruppe il trattato, e si ricominciò guerra contro agli Aretini, con tutto che nel segreto tuttora rimasono gli Aretini in trattato d'accordo co' Fiorentini. E rotto il detto trattato co' Perugini, quelli di Lucignano d'Arezzo, ch'erano molto oppressati da' Perugini per le loro masnade, che stavano nel Monte San Savino, sì mandarono a Firenze loro ambasciadori e sindachi con pieno mandato per dare Lucignano al Comune di Firenze.
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