E oltre a·cciò il comune d'Arezzo ebbe inpresto dal Comune di Firenze fiorini XVIIIm per pagare le loro masnade a cavallo e a piè, ch'erano a pagare di presso a sei mesi; e e·lli diedono con solenni sindachi d'accordo quasi di tutti gli Aretini ch'erano inn Arezzo la signoria e guardia della città d'Arezzo e del contado al Comune e popolo di Firenze per tempo e termine di X anni a venire con mero e misto imperio, rimanendo a' Tarlati tutte loro posessioni e castella, e lasciando i Tarlati ogni signoria, e rimanendo semprici cittadini d'Arezzo alla guardia del Comune di Firenze, faccendoli i Fiorentini cittadini e popolani di Firenze, e altri vantaggi per guardia di loro. E a dì X del detto marzo a ora di nona i Fiorentini ebbono la posessione della città d'Arezzo per lo modo diremo apresso. Che v'andarono a prenderla XII de' maggiori cittadini di Firenze grandi e popolani con sindacato e pieno mandato, e i·lloro compagnia D cavalieri in arme, e IIIm e più pedoni del Valdarno di sopra. A' quali gli Aretini, uomini e donne, piccoli e grandi, con solenne processione e grande allegrezza e buona voglia con rami d'ulivo in mano, gridando: "Pace, pace, e viva il Comune e popolo di Firenze!", vennono loro incontro presso a due miglia. E giunti alla città con grande onore e magnificenza furono ricevuti per meser Piero Saccone che·nn'era stato signore. Fu dato il gonfalone del popolo d'Arezzo e·lle chiavi delle porti al sindaco del Comune di Firenze con nobile diceria e grandi autorità, magnificando il popolo e Comune di Firenze.
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