LXX
Come la città di Bologna venne alla signoria di meser Taddeo di Peppoli loro cittadino.
Nel detto anno, a dì VII di luglio, essendo i Bolognesi in male ordine e peggiore disposizione tra·lloro di sette e di parti, dapoi che uscirono dalla signoria della Chiesa e del legato, volendo ciascuna casa di coloro che 'l cacciarono esere signori, i Peppoli co·lloro seguaci di popolo furono ad arme, e cacciarono di Bologna meser Brandalis Goggiadini, quelli propio che·ffu principale a cacciarne il legato e' suoi consorti e seguaci. E poi apresso, a dì XXVIII d'agosto, messer Taddeo figliuolo che·ffu di Romeo de' Peppoli coll'aiuto de' marchesi da Ferrara suoi parenti si fece fare capitano di popolo e signore di Bologna. E poi conseguente a dì II di gennaio il papa apo Vignone fece aspri processi contro al detto meser Taddeo e contro al Comune di Bologna, perché non volieno ubidire la Chiesa, né amendare il danno fatto al legato, quando il cacciarono di Bologna. E poi apresso all'uscita del mese di marzo seguente si scoperse tradimento e congiura in Bologna, i quali avieno ordinato d'uccidere il capitano e torli la signoria; e di ciò era caporale Macerello de' conti da Panago stretto parente del detto capitano, e di cui più si fidava, con suo séguito e d'alcuno di Ghisolieri e altri Bolognesi. Il quale trattato scoperto, alcuno ne fu preso e tagliato il capo. Ma quello Macerello con molti altri uscirono di Bologna rubelli. E meser Taddeo al tutto rimase signore, e fortificossi di stato e di gente d'arme, tenendo DCCC soldati alle spese del Comune, e allegossi co' Fiorentini.
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