Sentendo ciō la gente dello stuolo, isceserne in grande abondanza, e quanti Fiamminghi vi trovarono misono a morte; e presono il fratello del conte, e tutta l'isola misono a fuoco e a fiamma. E poi la detta armata non potendo porre alle Schiuse, perché i Fiaminghi ubidiano il conte loro e·rre di Francia, sė n'andarono a Dordette inn-Olanda, e·llā scaricaro, e vennero in Brabante, e tennero parlamento colli allegati, e diedono ordine alla guerra. Sentendo papa Benedetto e' suoi cardinali la 'mpresa della sopradetta guerra, mandō due legati cardinali in Francia al re per mettere accordo da·llui a quello d'Inghilterra; e parlamentato co·llui assai a Parigi, n'andarono verso Inghilterra, e passarono il mare a dė XXVII di novembre; ma niente adoperaro. Lasceremo alquanto a dire di questa guerra, che assai tosto ce ne converrā dire maggiori cose, e torneremo a dire della nostra guerra col Mastino.
LXXIII
Come la cittā di Brescia si rubellō a mesere Mastino, e·ssi diede alla nostra lega e altre castella.
Nel detto anno, all'entrante di settembre, s'arrendé alla nostra lega il castello di Mestri e quello delli Orci e quello di Canneto in bresciana. E poi a dė VIII d'ottobre per trattato della detta lega i Bresciani ch'erano sotto la tirannia di meser Mastino, e parea loro male stare, e veggendo che meser Mastino era molto abassato di suo stato e di podere, e perdute le dette castella, sė levarono la cittā a romore e rubellarono la parte detta la cittā vecchia di Brescia. In Brescia era per capitano per meser Mastino uno meser Bonetto con D cavalieri tedeschi, il quale si ridusse in parte della cittā nuova di verso Verona, e mandō per soccorso a meser Mastino.
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