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      E poi a dì X di giugno si partì di Napoli la seconda armata con maggior navilio, con gran gente di baroni del Regno e Provenzali, onde furono capitani Carlo il duca di Durazzo nipote del re figliuolo di suo fratello, messer Gianni, e 'l conte Novello di quelli dal Balzo; e puosonsi al detto asedio di Tremole, ed ebbollo a patti all'uscita d'agosto, salvo la rocca, dopo molte battaglie date e fracasso di difici, e arsono la terra tutta. E rubellossi al re Piero il conte Ruggieri da Lentino con tutte le sue castella, ch'era uno de' maggiori baroni dell'isola e di discendenti de' principali baroni che rubellarono l'isola al re Carlo primo: e così si rivolge il secolo. La detta armata per infermità si partì e tornaro a Napoli con poco aquisto od onore; ch'essendo più di IImD cavalieri, potieno cavalcare tutta l'isola sanza contasto, ed e' non si mossono mai da Tremole, onde infracidò l'oste; e corrotta, ingenerò pestilenza d'infermità e di mortalità.
     
      LXXX
     
     
      Come molte città del regno di Puglia ebbono discordia e divisione tra loro cittadini.
     
      Nel detto anno si cominciò nel regno di Puglia, che signoreggiava il re Ruberto, una grande discordia e maladizione nella città di Sermona, e in quella dell'Aquila, e in Gaeta, e in Salerno, e in Barletta, che in ciascuna delle dette terre si criò parte, e combattendosi insieme; e·ll'una parte cacciò l'altra, e guastarsi quasi le dette terre, e d'intorno a quelle; e il paese per cagione delle dette discordie tutto s'empié di malandrini e di ladroni, rubando per tutto; e a queste discordie tenieno mano molti baroni del Regno, chi coll'una parte e chi coll'altra.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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