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      E di ciò fu il grande pericolo a·lloro e alla nostra città, poco apresso come si troverrà leggendo. E·cche n'avenne che per cagione di ciò non potendo rispondere a cui dovieno dare in Inghilterra, e in Firenze, e in altre parti dove avieno a·ffare, e del tutto perderono la credenza, e fallirono di pagare, ispezialmente i Peruzzi, con tutto che non si cessassono per le loro grandi posessioni ch'avieno in Firenze e nel contado, e per loro grande potenzia e stato ch'avieno in Comune. Ma per questa difalta e per le spese del Comune in Lombardia molto mancò la potenzia e stato di mercatanti di Firenze; e però di tutto il Comune e·lla mercatantia e ogni arte n'abassò, e vennero in pessimo stato, come inanzi si farà menzione; però che fallite le dette due colonne, che per la loro potenzia, quando erano in buono stato, condivano colli loro traffichi gran parte del traffico della mercatantia di Cristiani, ed erano quasi uno alimento, onde ogn'altro mercatante ne fu sospetto e male creduto. E per le dette cagioni e per altre, come si dirà tosto, la nostra città di Firenze ricevette gran crollo e male stato universale non guari tempo apresso. E per agiunta del male stato delle dette compagnie il re di Francia faccendo pigliare in Parigi e per tutto il reame i loro compagni e cose e mercatantie, e di più Fiorentini per la detta cagione, e per li molti danari che 'l Comune avea presi per forza in presto da' cittadini e spesi nella 'mpresa di Lombardia e di Lucca, onde poi de' rimbalzi e del mancamento della credenza più altre minori compagnie di Firenze poco tempo apresso ne fallirono, come inanzi si farà menzione.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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