E questo partito si vinse a dì XI di gennaio. E andarono a Vinegia mesere Francesco di meser Pazzino de' Pazzi, e mesere Alesso de' Rinucci giudice, e Iacopo degli Alberti, e sindaco con pieno mandato. E in Vinegia istettono alquanti
dì per prendere vantaggio co' Viniziani. Ma i perfidi, stratti del sangue d'Antenore traditore della sua patria di Troia, seguendo il loro pertinace proponimento non si vollono smuovere, se non ch'arrosono Asciano e 'l Colle, ch'era sopra Buggiano, i quali, avendo noi Buggiano, no poteno tenere. E così si fermò la sforzata e non volontaria pace in Vinegia tra 'l Comune di Vinegia e di Firenze con meser Mastino a dì XXIIII di gennaio MCCCXXXVIII. E uscì di prigione meser Alberto della Scala e gli altri ch'erano presi co·llui in Vinegia. E fu la pena di Cm fiorini d'oro per osservare la detta pace sanza altra malleveria, possendo i Guelfi ribelli di Lucca tornare in Lucca e riavere i beni loro, salvo XXX caporali stare a' confini. Per la qual pace pochi Guelfi s'asicurarono di tornare a Lucca. E poi tornati i nostri ambasciadori in Firenze, a dì VII di febraio del detto anno furono date le dette castella a' Fiorentini. E poi a dì XI di febraio si bandì la pace, ma però che nullo andasse a Lucca sanza licenzia. Notate, e sievi a perpetua memoria a voi Fiorentini che questo leggerete, il villano tradimento fatto al nostro Comune per li Viniziani, essendo per noi tanto adoperato e con tanto ispendio, il quale troviamo che·ffu in XXXI e mezzo mesi più di DCm di fiorini d'oro, sempre adoperandosi per lo nostro Comune con fede e fervore per farli grandi, e abattere la superbia del loro vicino nimico tiranno; e oltre a·cciò per agiunta al loro fallire, avendo ellino ad avere di resto dal nostro Comune alla fine della guerra intorno di XXVm di fiorini d'oro, e meno, faccendo ragione, per risidui delle paghe di cavalieri nostri e d'arnesi mandati nell'oste prestati per loro, perché talora indugiava alquanto d'andare la moneta a Vinegia per le nostre paghe, e' Viniziani n'adomandavano fiorini XXXVIm d'oro, avendo avanzato il quarto danaio di tutta la spesa fatta per loro nella detta guerra sopra i nostri e loro cavalieri e pedoni per gabelle gravi e imposte fatte per loro sopra·cciò ch'andava nell'oste; e non volieno isbattere la parte nostra del conquisto di Mestri e del ponte di Praga, ch'era e sono di grande entrata di passaggi; e volendo il nostro Comune contare co·lloro e pagarli di ciò, che restassono ad avere, e però vi mandarono ambasciadori e ragionieri, mai non ne vollono mostrare ragione, né commetterla inn-amici comuni fuori di Vinegia, se non "ego voleo, ego giubeo", cioè così vuole meser lo doge e il Comune di Vinegia.
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