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      Ma·ssi magnifica cosa era a vedere, ch'uno forestiere non usato venendo di fuori, i più credeano per li ricchi difici d'intorno a tre miglia che tutto fosse della città al modo di Roma, sanza i ricchi palagi, torri e cortili, giardini murati più di lungi alla città, che inn-altre contrade sarebbono chiamati castella. In somma si stimava che intorno alla città VI miglia avea più d'abituri ricchi e nobili che recandoli insieme due Firenze non avrebbono tante: e basti assai avere detto de' fatti di Firenze.
     
      XCV
     
     
      Di che progenia furono quelli della Scala di Verona.
     
      Ancora ne pare che·ssi convenga, dapoi ch'assai avemo detto de' fatti di Firenze, fare menzione del cominciamento di quelli della Scala di Verona, che tanto hanno fatta risonare Lombardia e Toscana di loro guerre e tirannie, come adietro è fatta menzione. Che pare che Idio permetta sovente di fare nascere di picciola progenia tiranni possenti per abattere l'orgoglio e superbia de' popoli e di nobili per li loro peccati. Troviamo che al tempo del grande tiranno Azzolino di Romano, onde adietro facemmo menzione, il quale disertò quasi tutti i noboli della Marca Trevigiana, di Padova e di Verona, intorno fa da LXXXX anni, in Verona avea un vile uomo, chiamato Giacomo Fico; chi dice che questo Giacomo faceva le scale e vendeale, e da questo prencipio presono l'arme e 'l nome, e chi dice che fu mercatante di Montagnana; questi ebbe due figliuoli Mastino e Alberto. Quello Mastino era grande e forte della persona e azuffatore e giucatore, ma pro', valoroso e savio nel suo mestiere.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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