In questo anno, del mese di febraio, quasi tutte le terre della Marca d'Ancona feciono popolo, e uccisono Marcennaio che signoreggiava Fermo e meser Accorrimbono da Tolentino, e quello da Mattelica e il marchese; e i tiranni che quelli popoli non poterono uccidere cacciarono inn-esilio.
CVIII
Come la gente del re Ruberto presono l'isola di Lipari e sconfissono i Messinesi.
Nel detto anno, a dì XVII di novembre, avendo la gente del re Ruberto presa l'isoletta di Lipari in Cicilia e assediato il castello di quella e molto stretto, il conte di Chiermonte di Cicilia colla forza de' Missinesi armò in Cicilia VIII galee e VII uscieri e XL legni con gente assai, e venne al soccorso di Lipari. E·ll'amiraglio del re Ruberto, ch'era messer Giufredi di Marzano conte di Squillace, maestrevolmente fece ritrarre suo oste dal castello e ridurre al suo navilio dall'una parte del golfo, e armò XVIII galee e VI uscieri e una cocca che v'avea, e diede luogo a' Ciciliani, sicché forniro il castello con grande festa e gazzara. La mattina apresso volendosi partire il conte di Chiermonte per tornare a Messina, l'amiraglio del re Ruberto gli asalì, e·lla battaglia fu in mare aspra e dura. Alla fine i Ciciliani furono sconfitti e morti, e preso il conte di Chiermonte con molta buona gente di Messina, che pochi ne scamparo. E arrendessi il castello alle genti del re Ruberto. E tornando l'amiraglio a Napoli, essendo sopra l'isola d'Ischia, fortuna forte gli prese e menolli infino in Corsica, e rupponvi IIII galee feggendo a terra cariche di prigioni, che i più iscamparo.
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