E veggendo don Piero signore dell'isola che·ll'asedio pure continovava, e a quelli di Melazzo venia fallendo la vittuaglia, tre volte vi venne con tutto lo sforzo di Ciciliani ad asalire il campo, e simile feciono que' della terra dal lato d'entro; ma invano furono gli asalti, ma con gran danno de' Ciciliani, per la fortezza del campo e rinfrescamento che facea fare al continuo il re Ruberto all'oste. Fallendo la vettuaglia alla terra per lo lungo assedio e per l'affanno del detto osteggiare, don Piero, che·ssi facea re di Cicilia, amalò e morìo. Per la qual cosa Melazzo s'arrendé all'amiraglio del re Ruberto a dì XV di settembre MCCCXLI, salvo l'avere e le persone, e di terrazzani e di forestieri. Il quale fu un bello aquisto al re Ruberto, tutto gli costasse più di Lm once d'oro; fece lasciare guernita la terra di gente d'arme e di vittuaglia.
CXXIX
Come messer Alberto della Scala andò sopra Mantova e tornonne in isconfitta.
Nel detto anno, a dì XI di giugno, messer Alberto della Scala venne ad oste sopra il mantovano con M cavalieri e MD pedoni di masnade sanza i paesani, per l'aiuto che quelli da Gonzago signori di Mantova aveano dato a messere Azzo da Coreggia, quando rubellò Parma a meser Mastino, mandando loro soccorso. A' detti signori di Mantova, e coll'aiuto di quelli da Melano, furono loro alla 'ncontra con DCCC cavalieri e popolo assai, e ingaggiarsi di combattere. Alla fine meser Alberto rifiutò la battaglia, e partissi quasi inn-isconfitta, lasciando ciò ch'avea nel campo suo con gran danno e vergogna.
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