E di vero, se grossa gente fosse cavalcata co·lloro, rotta era la gente de' Pisani, che in quello punto non erano rimasi alla guardia dell'oste che D cavalieri. Entrata la detta gente in Lucca v'ebbe grande allegrezza; e i nostri sindachi, ch'erano Giovanni Bernardini di Medici, e Naddo di Cenni di Naddo, e Rosso di Ricciardo de' Ricci, presono la posessione del castello dell'Agosta e della città dal sindaco di meser Mastino, ch'era Arriguccio Pegolotti nostro antico cittadino ghibellino, a dì... di settembre. E il detto Giovanni de' Medici, ch'era ordinato ad esservi capitano, si fece fare cavaliere, e i detti Naddo e Rosso rimasono camarlinghi per lo Comune a ricevere la moneta che vi si mandava, e pagare le masnade a·ccavallo e a piè, e fornire l'ordine della vittuaglia. E feciolla sì bene ciascuno de' detti, come inanzi si leggerà.
CXXXIV
Come l'oste de' Fiorentini fu sconfitta a Lucca da quella di Pisani.
Istando la detta nostra oste in sul colle delle Donne e in su quello di Grignano, più scaramucci ebbono la nostra gente con quella de' nimici, ch'erano in San Gromigno e in San Gennaio, quando a danno dell'una parte e quando dell'altra; e fornendo Lucca del continovo di moneta, ch'altro non bisognava loro, però che per danari i Tedeschi dell'oste de' Pisani di dì e di notte fornivano Lucca di ciò che bisognava. Ma·lla 'ngannevole fortuna, ma più la mala provedenza dell'uficio de' XX e del loro consiglio di reggenti ch'erano in Firenze, e che a ciascuno per loro ambizione parea essere il buono, mesere Alardo di Valleri, o il conte Guido da Montefeltro mastri di guerra, si diliberaro che·lla detta nostra oste iscendesse al piano verso Lucca, e fossero alla battaglia co' Pisani.
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