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      E questo mandaro, aspramente comandando a' capitani dell'oste. E questo fu il quinto fallo, e sanza rimedio, che Lucca era fornita ancora per più di VIII mesi; e ciò sapieno di certo, e tutto dì si fornia per lo modo detto; che stando a bada co' Pisani e fermi, gli straccavano e consumavano di spese in poco di tempo. E di vero si seppe che, 'ndugiandosi pure XV dì, meser Giovanni Visconti si partia con tutta la cavalleria del capitano di Milano, perché i Pisani non gli oservavano i patti promessi; e·cciò disse poi in Firenze, quando vi fu prigione, palesemente. L'altro gran fallo, ma pazzia, fu andare a combattere a posta e vantaggio del nimico, ch'erano dentro alla fortezza del fosso e steccati di loro campo, e poteno prendere e lasciare la battaglia, e rinfrescarsi a·lloro posta e vantaggio; e oltre a·cciò e' nonn-erano meno ma più gente di nostri a·ccavallo e a piè; ma al fallo della guerra segue incontanente la disciplina. I capitani dell'oste ubidendo il comandamento da Firenze, overo per le nostre peccata pulire, il distino di Dio li vi condusse. Il dì di calen di ottobre iscesono al piano di Lucca, e accamparsi la notte al luogo detto la Ghiaia e greto di Serchio, presso al campo di nimici a meno d'uno miglio, e·ll'una parte e·ll'altra feciono la spianata; e que' del campo di Pisa abattero verso la spianata una parte dello steccato, e richiesono la battaglia, e' nostri l'accettarono lietamente per lo giorno apresso. E così martedì, a dì II d'ottobre del detto anno MCCCXLI, le due osti s'affrontaro.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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