E se·cciò si facesse per li Fiorentini promettea tutte le sue forze per mare e per terra contra li Pisani, a·ffare le nostre vendette e levare l'oste loro da Lucca, stimandosi di certo che' Fiorentini per loro alterezza così gran costo e danno e vergogna, com'avieno ricevuta per la 'mpresa di Lucca, negassono la sua dimanda e richiesta, e·cciò faccendo avea giusta causa di negare l'aiuto dimandato per lo nostro Comune. I Fiorentini sopra·cciò saviamente avisati e con buono consiglio liberamente rispuosono agli ambasciadori, e in loro presenza rifermaro in quello consiglio di dare al re, o a·lloro per lui, libera la posessione di Lucca; e feciono sindachi a·cciò fare, e andaro per scorta co·lloro in Lucca, e diedono la posessione e 'l dominio con bollate carte. E·cciò fatto, i detti ambasciadori andaro a Pisa, e richiesono i Pisani da parte del re con solenni protestagioni che·ssi levassono dallo assedio della sua città di Lucca. I Pisani parendo a·lloro che·lla detta richiesta fosse opera disimulata a posta de' Fiorentini, la quale nel vero non era, ma come che fosse, a·lloro ne parea avere mal partito a mano a recarsi il re Ruberto incontro, e d'altra parte da·lLucca l'assedio non volieno levare; disimulatamente dissono di rispondere al re per loro ambasciadori; e così feciono dilaiando e menando il re per parole, e non ne vollono in fine far niente; ma rafforzando al continovo l'assedio di Lucca colle forze di meser Luchino Visconti e degli altri tiranni di Lombardia di parte imperiale; ed era a' Pisani assai agevole, essendo sì presso di Lucca, essere afforzati.
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