Ma i priori, ciò sentendo di Sanesi, vi mandarono per lo Comune ambasciadori popolani con lettere, pure che venissono, che n'avieno gran bisogno per sicurtà e aiuto del Comune e del popolo, per la scomovizione della città per li malvagi cittadini che·lla voleano guastare. I quali Sanesi vennero incontanente molto bella gente a·ccavallo e a piè, altrettanti e più che quando il duca fu cacciato; e i Perugini ci mandarono CL cavalieri, e d'ogni parte venia gente d'arme, chi in servigio del popolo e chi in servigio di grandi, onde la città era tutta inn-arme, e con molti forestieri e contadini, e tutta iscommossa in gelosia e paura, il popolo di grandi, e' grandi del popolo. Ma il Comune e popolo si trovò più possente, ch'avieno i palagi e·lle campane e·lla dominazione delle porte della città, salvo di quella di San Giorgio tenieno i Bardi. E avea il Comune da CCC soldati a cavallo sanza l'amistadi, sicché la forza di grandi nonn-era a comparazione con quella del popolo, se nuovo soccorso non venisse da Pisa o di Lombardia a' grandi, onde per lo popolo s'avea grande gelosia; e chi avea cose care o mercatantie le fuggia in chiese e in luoghi di riligiosi sicuri. Tal era la disposizione della nostra infortunata città.
XXI
Come il popolo di Firenze assaliro e combattero i grandi e rubarono i Bardi e missono fuoco in casa loro.
Stando tutta la città inn-arme e gelosia, i grandi del popolo e 'l popolo de' grandi, com'è detto, dicendosi molte e varie novelle per la terra, e come i grandi arebbono grande aiuto da' conti e Ubaldini e Pisani e d'altri tiranni di Lombardia e di Romagna, e che dovieno afforzarsi Oltrarno, ch'avieno la signoria di tutti i ponti, e di qua fare cominciare l'assalto giovedì a dì XXV di settembre; i popolani del quartiere di San Giovanni, onde si feciono capo i Medici e' Rondinelli e meser Ugo della Stufa giudice, e' popolani di borgo Sa·Lorenzo co' beccari e altri artefici, sanza ordine di Comune, in quantità di mille uomini sanz'altra compagnia o forza di gente al cominciamento, mercoledì dopo desinare, dì XXIIII di settembre, per non aspettare il giovedì vegnente, che·ssi dicea che' grandi doveano fare l'assalto e correre la terra, con tre di loro gonfaloni delle compagnie del loro quartiere, tutti armati a barbute e corazze a piè, e molte balestra, asalirono da più parti quelli del lato degli Adimari chiamati i Cavicciuli, i quali con grandi serragli e guernimento di torri e di palagi e loro case dal crocicchio del Corso dalla loggia loro alla piazza di San Giovanni s'erano aforzati con molta gente d'arme.
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