.... e puosonsi alla città delle Smirre nel paese che oggi si chiama Turchia, assai presso dove anticamente fu la grande città di Troia, e in quello golfo di mare. La qual città si tenea pe' Turchi, ed era molto forte fornita di molta gente d'arme Turchi e Saracini. E·lla detta armata di Cristiani entrarono nel porto della detta Smirra, e quello combattendo con aspre battaglie, e con difici e torri di legnami fatti in sulle cocche e navi, per forza presono le torri del porto, e tagliarono e gittarono in mare i Turchi che v'erano alla difesa. E vinto il porto, asalirono la terra da più parti, e combattendo per forza d'arme l'ebbono con gran tagliata e uccisione di Saracini e Turchi, che non vi lasciaro né uomini né femmina né fanciulli che non mettessono alle spade a morte, chi non si fuggì, i quali furono quasi innumerabile gente; e trovarolla fornita di molta ricchezza, cose, maserizie e vittuaglia. Sentendo ciò il soldano di Turchi ch'avea nome Marbasciano, ch'era fra terra a sue castella, di presente vi venne con XXXm Turchi a cavallo e con gente a piè innumerabile, e puose di fuori l'assedio alla detta terra delle Smirre con più campi. I Cristiani, ch'aveano presa la terra, la guernirono e aforzarono di loro gente, e·lla terra era fortissima di mura e torri, e sovente uscivano fuori alli scaramucci e badalucchi contro a' Turchi, quando a danno dell'una parte e quando dell'altra; e il detto assedio durò parecchi mesi, combattendosi al continovo di dì e di notte. In questa stanza Marbasciano soldano di Turchi, veggendo che seguendo l'assedio perdea al continuo di sua gente, e poco potea fare alla terra, sì era forte, sì si provide maestrevolmente per attrarre i Cristiani di fuori a·ccampo; sì si ritrasse colla maggiore parte di sua gente adietro alquante miglia alle montagne, e lasciò certa parte di sua oste a campo fuori della terra.
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