E questo basti alla presente materia, e diremo d'altro.
XLII
Quando morì mesere Albertino da Carrara signore di Padova, e quello ne seguì.
Nel detto anno MCCCXLV, all'uscita del mese di marzo, morì meser Albertino da Carrara, il quale i Fiorentini e' Viniziani al conquisto della città di Padova da meser Mastino, come dicemmo adietro, ne feciono signore; e male ne fu conoscente, come fanno gli altri tiranni. E·llui morto, lasciò in suo luogo signore meser Marsilietto suo consorto ch'era assai valoroso e da bene; ma·lla invidia, che sempre ditrae ogni beneficio, commosse Iacopo da Carrara nipote carnale del sopradetto meser Albertino, e con suo séguito, poco tempo apresso, per tradimento di notte tempore uccise il detto meser Marsilietto suo consorto, e corse la terra, e come tiranno se ne fece signore.
XLIII
D'una aspra legge che 'l popolo di Firenze fece contro a' cherici.
Nel detto anno, a dì IIII d'aprile, i reggenti e maestri del popolo di Firenze, uomini e collegi della qualità che detto avemo adietro, feciono una aspra e crudele legge sopra i cherici contra ogni ordine e dicreti di santa Chiesa, con molti capitoli contro a libertà di santa Chiesa. Intra gli altri, che quale cherico offendesse ad alcuno laico d'alcuno malificio creminale, fosse fuori della guardia del Comune, e potesse esere punito personalmente dalla signoria secolare inn-avere e in persona, non riserbando degnità; e quello cherico o laico impetrasse in corte di papa, o appo altro legato, lettera o privilegio di giudice dilegato in sua causa e quistione, che da niuna signoria di Comune fosse udito né amesso; ma che i propinqui e parenti di quelli ch'avesse fatta la 'mpetragione fossero costretti inn-avere e in persona, tanto facessono rinuziare la sua impetragione.
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