Ma·nnoi dovemo credere e avere per certo che Idio promette le dette pestilenze e·ll'altre a' popoli, cittadi e paesi per pulizione de' peccati, e non solamente per corsi di stelle, ma talora, siccome signore dell'universo e del corso del celesto, come gli piace; e quando vuole, fa accordare il corso delle stelle al suo giudicio; e questo basti in questa parte e d'intorno a Firenze del detto delli astrolagi. La detta mortalità fu maggiore in Pistoia e Prato e nelle nostre circustanze all'avenante della gente di Firenze, e maggiore in Bologna e in Romagna, e maggiore a Vignone e in Proenza ov'era la corte del papa, e per tutto il reame di Francia. Ma infinita mortalità, e che più durò, fu in Turchia, e in quelli paesi d'oltremare, e tra' Tarteri. E avenne tra' detti Tarteri grande giudicio di Dio e maraviglia quasi incredibile, e·ffu pure vera e chiara e certa, che tra 'l Turigi e 'l Cattai nel paese di Parca, e oggi di Casano signore di Tartari in India, si cominciò uno fuoco uscito di sotterra, overo che scendesse da cielo, che consumò uomini, e bestie, case, alberi, e·lle pietre e·lla terra, e vennesi stendendo più di XV giornate atorno con tanto molesto, che chi non si fuggì fu consumato, ogni criatura e abituro, istendendosi al continuo. E gli uomini e femine che scamparono del fuoco, di pistolenza morivano. E alla Tana, e Tribisonda, e per tutti que' paesi non rimase per la detta pestilenza de' cinque l'uno, e molte terre vi s'abandonaro tra per pestilenzia, e tremuoti grandissimi, e folgori.
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