[...] La sesta era di più di IIm cavalieri, ov'era il re di Francia con suoi ciamberlani, ed era schierato alla rietroguardia. Lo re d'Inghilterra fece armare e schierare sua gente dentro alle licce, ma non volle uscire fuori alla battaglia; e mandò a dire al re di Francia che volea prima Calese, e poi, se volesse combattere, passasse in Fiandra, ed elli con sua oste vi sarebbe aparecchiato di combattere. Lo re di Francia non volle accettare il partito d'andare a combattere in Fiandra fra·lla moltitudine de' Fiaminghi suoi ribelli e nemici. E veggendo che quivi non potea avere battaglia, né soccorrere Calese sanza suo gran pericolo, si partì con sua oste, e si ritrasse adietro VI leghe quello primo dì, e poi seguendo sue giornate verso Parigi, lasciando di sue gente d'arme alla guardia delle terre delle frontiere, e con poco suo onore, ma 'l contrario, e con grande spendio si tornò a Parigi. Que' di Calese veggendo partito il re di Francia e sua oste, patteggiaro col re d'Inghilterra co·rrenderli la terra, salve le persone a' forestieri, uscendone in camicia iscalzi col capresto in collo, e' terrazzani alla sua misericordia; e·cciò fu a dì IIII d'agosto del detto anno. Ed entrò nella terra a dì V d'agosto il re e sua gente, e trovarono che non v'era rimaso di che vivere e che ogni vile animale aveano mangiato per fame, e trovò nella terra molto tesoro, sì delle ruberie di quelli di Calese che tutti erano ricchi di danari guadagnati in corso sopra Inghilesi e Fiaminghi e altri navicanti per quello mare; però che Calese era uno ricetto di corsali, e spilonca di ladroni e piratti di mare; ancora v'erano dentro tutti i danari delle paghe mandati per lo re di Francia in più tempo ch'era durata la guerra, ch'erano buona quantità, che tutto vi lasciaro, e uscirne ignudi, come detto avemo; e tormentarolli per farsi insegnare la pecunia nascosa e sotterrata.
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